• 21/12/2017

Peter Bence, quel pianoforte è una macchina del tempo

Peter Bence, quel pianoforte è una macchina del tempo

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Quando siede davanti al pianoforte, Peter Bence si trasforma. Non è più il ragazzo prodigio che a 11 anni h registrato il primo album. Non è solo il musicista che riesce a creare un dialogo tra l’amatissimo Johann Sebastian Bach e il mito stellare di John Williams. No, il talento ungherese, che a 26 anni può fregiarsi del titolo di Mister Velocità sulla tastiera certificato da Guinness World Record, va molto più in là. È come se salisse a bordo di una macchina del tempo, accendesse tutti i canali sonori possibili, e cominciasse a volare tra il passato e il futuro. Tra la musica classica e il pop, tra le canzoni da classifica e le migliori colonne sonore scritte per il cinema. Divertendosi come un matto.

Diventato famosissimo grazie ai numerosi filmati che girano in rete, forte di un passato di studi prestigiosi che lo ha visto entrare a 7 anni all’Accademia Franz Liszt, volato in seguito a Boston per frequentare i corsi del Berklee College of Music con Vadim Neselovski, Peter Bence uscirà in primavera con un nuovo disco. In cui, ha promesso, troveranno posto le sue famose reinterpretazioni di brani celebri ma anche un bel po’ di composizioni originali. Alcune le ha eseguite, con grande emozioni e attenzione, nel minitour che lo ha portato per la prima volta in Italia. Prima al Teatro Dal Verme di Milano, poi al Politeama Rossetti di Trieste con l’organizzazione perfetta di Vigna Pr e Vivo Concerti. Lo stesso team, insomma, che ha travolto e incantato l’Italia con i 2Cellos.

Facile sedersi in platea de guardare questo ragazzone, carino e educato, con il sopracciglio alzato. Facile anche farsi cogliere un po’ impreparati dal coraggio di un pianista che parte in quarta proponendo un ardito cocktail pianistico, dentro cui finiscono l’immancabile Bach e l’inaspettato Justin Timberlake. Sì, proprio quello di “Cry me a river” e della sognante “Mirror”. Fin lì tutto tranquillo: ottima tecnica, notevole dote di fantasia e di coraggio,. ma tutto dentro i confini di una bravura accettabile. È subito dopo che Peter Bence accende i motori e invita il pubblico a partire per un viaggio stellare. Sparando in sequenza “Here comes the sun” dei Beatles e un omaggio alla mente musicale dell’universo “Star Wars”, ovvero John Williams. Subito dopo arrivano i ritmi irresistibili di Michael Jackson: un accenno a “Thriller”, l’immancabile citazione di “Bad”, una travolgente “Black or white”.

A quel punto, Bence spedisce i motori della sua macchina del tempo alla velocità massima. E allora è impossibile non lasciarsi sradicare dagli arrangiamenti originalissimi e belli dei Queen di “Don’t stop me now”, ma anche di un tormentone super pop come “Despacito” di Luis Fonsi, che il pubblico richiede ad alta voce per gustarselo in una versione ancora più ballabile dell’originale. Senza dimenticare l’omaggio a una delle voci più gettonate a amate di questi anni: Sia con “Cheap thrills”. Non mancano, ovviamente, alcuni brani che il pianista sta componendo per il disco nuovo. E poi, per non lasciare il pubblico a bocca asciutta, il finalino natalizio con la sempre bella “Silent night” che, sul finire, si trasforma come per magia nel tema ormai leggendario di “Star Wars”.

Non è solo un grande talento, questo Peter Bence. Ma è anche un vero amante della musica. Di tutta la musica bella, quella che passa attraverso i canali delle radio, le casse degli impianti stereo piazzati nelle case e nei locali, i palcoscenici dei teatri. E poi, adora raccontare se stesso, le sue emozioni che viaggiano velocissime sul pentagramma, e fanno danzare le dita sulla tastiera come se ognuna di loro fosse abitata da un demone. Alla fine, non resta che spellarsi le mani per applaudire un vero fuoriclasse.

La cosa più bella è che Peter Bence, lassù da solo sul palcoscenico con il suo pianoforte, sembra divertirsi un mondo. Quando strapazza con le dita le corde nascoste nella pancia del suo grancoda. Quando usa anche i gomiti per ricavare dalla tastiera sonorità inaspettate. Quando andrebbe avanti a suonare all’infinito, ma bisogna rispettare i tempi dello spettacolo. Così rimane la voglia di riascoltarlo al più presto. Scommettiamo che il suo disco nuovo sarà un grande successo?

<Alessandro Mezzena Lona

 

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