• 16/03/2019

Gary Lachman: “Trump? È un prodotto del pensiero magico”

Gary Lachman: “Trump? È un prodotto del pensiero magico”

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Loro la chiamano vittoria della volontà. E sì, perché l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti è stato un sogno diventato realtà. Ma attenzione, questo non significa che l’ingresso di The Donald alla Casa Bianca è la solita favola della sguattera Cenerentola che diventa principessa. No, alle spalle di un’operazione politica così clamorosa si nasconde un retroscena oscuro e inquietante.

A leggere l’elezione di Trump seguendo suggestioni, ragionamenti e collegamenti filosofici che nessuno finora aveva osato è Gary Lachman. Americano di Bayonne, New Jersey, bassista e fondatore della pop band Blondie, che ha conquistato il mondo con brani come “Heart of glass” e “Call me” (e che lui lui abbandonato proprio alle soglie del successo, nel 1977), autore di libri affascinanti come “Jung il mistico” e “P.D. Ouspenskij. Il genio nell’ombra di Gurdjieff”, è partito da un episodio assai strano. Per provare a capire quali forze oscure si fossero materializzate al fianco del Trump trionfante.

Che a salutare la vittoria di Trump fossero braccia tese nel saluto nazista, o fascista che dir si voglia, poteva stupire poco. Ma Gary Lachman non si è fermato alle apparenze. Perché a incuriosirlo sono state soprattutto le parole che accompagnavano quei gesti: “Hail our people, hail our victory”. E poi ancora: “Volevamo Donald Trump al potere, abbiamo fatto diventare questo sogno la nostra realtà”.

E allora lo scrittore, che ha approfondito il lavoro di uno dei più lucido studiosi del pensiero esoterico, Colin Wilson, è andato a ritroso nel tempo scrivendo un libro inquietante e bello: “La stella nera. Magia e potere nell’era di Trump”, tradotto da Michele Trionfera per la casa editrice Tlon (pagg.316, euro 19), presentato dall’autore nell’ambito di Book Pride 2019 alla Fiera del Vapore di Milano.

Gary Lachman ha creato un collegamento tra gli occultisti del passato, convinti che la volontà del mago, il desiderio forte di mutare gli eventi attorno a sé, fosse capace di piegare la realtà all’imperio della volontà, e i sostenitori moderni del New thought. Di chi ha fatto degli insegnamenti di Ermete Trismegisto, il tre volte grande, di Cornelis Agrippa che affermava “l’immaginazione prima di tutto”, del “Fai ciò che vuoi, sarà tutta la legge” del mago nero Aleister Crowley, detto la Grande Bestia, dello Julius Evola in rivolta contro il mondo moderno, una solida piattaforma su cui costruire le basi di un pensiero capace di modificare la realtà.

“C’è stato un fatto significativo, subito dopo l’elezione di Donald Trump – spiega Gary Lachman, elegantissimo nel suo abito nero su cui ha appuntata una spilla con l’Uomo Vitruviano di Leonardo -. In un incontro a Washington del National Policy Institute, che sembra innocuo solo nel nome, perché in realtà è animato da idee estreme, il leader Richard Spencer ha salutato quel successo con un eloquente ‘Hail Trump, il nostro leader’ accompagnato da saluti nazisti. Aggiungendo che erano stati loro a portarlo alla vittoria, perché avevano voluto fortemente che quel candidato arrivasse alla Casa Bianca”.

Ma cosa c’entra tutto questo con l’esoterismo?

“Semplice, la filosofia a cui si ispira Spencer, ridefinita da lui stesso ‘alternative right’ o ‘alt-right’, si rifà al New thought. A quella corrente di pensiero positivo secondo cui la realtà può essere modificata dalla nostra mente, mettendola a fuoco con grande determinazione e desiderando di cambiarla con tutte le proprie energie. Questi insegnamenti affondano le sue radici nel passato degli studi esoterici e hanno tra i loro leader il reverendo Norman Vincent Peale, ammiratissimo da Trump. Anche perché disse del futuro presidente americano che sarebbe diventato il più grande costruttore degli Stati Uniti”.

Quindi Trump sarebbe diventato presidente perché qualcuno ha modificato la realtà?

“Questo lo afferma Spencer con l’alt right e altri esponenti del New thought. Trump stesso è stato non solo un fedele discepolo di Peale, ma anche un fedele praticante del pensiero magico”.

Quanto ha influito la manipolazione dell’informazione su questa inaspettata elezione?

“Il problema è che la realtà, nel nostro tempo, non appoggia più su fondamenta solide. Non è più un edificio stabile, ma è diventata qualcosa di estremamente malleabile. Il movimento che ha sostenuto Trump sa bene come influenzare i mezzi di comunicazione, l’informazione. Lo stesso presidente americano è stato un personaggio della tivù. E non dimentichiamo che proprio il nuovo corso televisivo ha puntato molto sulla spettacolarizzazione della realtà. Sulla manipolazione della realtà. Pensiamo solo ai reality show, ai programmi che raccontano la vita reale. The Donald arriva da lì, da questo scambio pericoloso tra la finzione e la realtà”.

L’atra faccia del mondo, l’impero russo emerso dal crollo dell’Urss, non se la passa meglio?

“Se in America ha preso forma il New thought, nella Russia post-sovietica hanno iniziato a riprendere forza le idee di Julius Evola. Il filosofo italiano, sostenitore agguerrito di un ritorno alla Tradizione, che negli anni Venti teorizzava quanto fosse grande il potere della mente nel modificare la realtà. Come l’alt-right. Come Spencer e gli altri dicono di avere fatto con Trump, l’autore di ‘Rivolta contro il mondo moderno’ sosteneva di avere provato a spingere Benito Mussolini a essere ancora più fascista. Perché il suo progetto filosofico-esoterico era quello di influenzare chi in quel momento deteneva tutto il potere”.

Evola, però, era rimasto deluso dai risultati ottenuti…

“Senza dubbio, si era dichiarato deluso da Mussolini stesso. Adesso, però, il suo pensiero riemerge nella Russia post-comunista nella figura di Aleksandr Gel’evič Dugin. Quello che è stato definito il Rasputin di Vladimir Putin. Qualcuno ha detto che in lui convivono Dio e Satana. Ha parlato più volte della creazione di uno Stato fascista in Russia, pur rivendicando posizioni anarchiche che non rinnegano il marxismo. Senza dimenticare che è stato sempre lui ha teorizzare la creazione di un super-stato capace di gestire un mondo postmoderno e sempre più bisognoso di un potere forte. Seguendo questo suo delirante progetto si può, allora, interpretare meglio il ruolo che la Russia può avere giocato nell’elezione di Trump”.

La rete ha facilitato in maniera incredibile la diffusione della propaganda?

“Adolf Hitler ed Joseph Goebbels avevano capito, al tempo del Terzo Reich, quali potenzialità avesse, nel settore della propaganda, un mezzo come la radio. Oggi, la pervasività della rete, la possibilità di far arrivare nel profondo di ognuno di noi immagini e informazioni manipolate che nessuno ha il tempo di filtrare, di fermare, ha reso tutto molto più facile e veloce. Guru, maghi e demagoghi, insomma, hanno trovato il modo di influenzare le masse senza pestarsi i piedi l’un l’altro”.

Colin Wilson, lo scrittore e saggista britannico, aveva già capito tutto?

“Ricordo che lui aveva intuito il fascino insidioso di un libro come ‘Il mattino dei maghi’ di Louis Pauwels e Jacques Bergier. Perché proponeva, negli anni ’60, un revival dell’occultismo, mescolando fiction e informazioni, senza però spingersi verso l’approfondimento filosofico. Wilson, che aveva una formazioni basata sugli studi dell’esistenzialismo, dell’esoterismo, intuiva il pericolo di quella sorta di supermercato, assai scintillante e accattivante, del magico. Anche perché, Colin preferiva affrontare l’irrazionale con grande razionalità”.

Lei è stato il fondatore di una pop band di grande successo: Blondie. Perché se n’è andato proprio quando stava arrivando un successo clamoroso?

“Proprio per quello. Io sono come un’aquila, amo volare da solo, in libertà. Preferivo cantare le mie canzoni, loro puntavano al successo. Così, alla fine, ognuno è andato per la sua strada”.

<Alessandro Mezzena Lona

 

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