• 14/03/2020

Gipi, “Momenti straordinari” del diventare grandi

Gipi, “Momenti straordinari” del diventare grandi

Gipi, “Momenti straordinari” del diventare grandi 1024 576 alemezlo
Ci hanno provato di nuovo. A far entrare Gipi, un disegnatore di storie a fumetti, un autore di graphic novel, alla corte dello Strega Sei anni fa, nel 2014, a candidare Gian Alfonso Pacinotti e il suo gioiellino “Unastoria” al più importante riconoscimento letterario d’Italia, ci avevano provato due scrittori che il Premio romano lo hanno già vinto: Sandro Veronesi e Nicola Lagioia. Quest’anno, “Momenti straordinari con applausi finti”, il nuovo romanzo disegnato dell’autore nato a Pisa, aveva ricevuto la benedizione di Francesco Piccolo. Che non solo era riuscito a tirare dalla sua parte la giuria proprio nel 2014 con il romanzo “Il desiderio di essere come tutti”. Ma che di premi, come sceneggiatore per il cinema, se ne intende parecchio. Visti i suoi trionfi al David di Donatello, ai Nastri d’argento, al Ciak d’oro.

Eppure, in tutti e due i casi Gipi ha incassato grandi complimenti. Incoraggiamenti e applausi. Senza riuscire ad andare al di là della candidatura. Anche quest’anno, tra i 12 libri tra cui verrà poi scelta la cinquina di finalisti al Premio Strega, lui non c’è. Per colpa dei pregiudizi che ancora relegano i romanzi disegnati al ruolo di figli di un dio minore, indegni quindi di confrontarsi con gli eredi contemporanei della grande letteratura? Chissà. Del resto, nemmeno un poeta come Bob Dylan è mai stato accolto per davvero nel Gotha degli scrittori. Nemmeno dopo aver vinto il Nobel.

Vero è, in ogni caso, che sono in tantissimi a considerare Gipi uno scrittore. Di ottimo livello. Visto che le sue graphic novel non lasciano mai indifferenti. Al contrario di tanti romanzi pretenziosi e, troppo spesso, insulsi. Anche “Momenti straordinari con applausi finti”, pubblicato da Coconino Press-Fandango (pagg.171, euro 24), si rivela fin dalle prime pagine un’opera capace di prendere il lettore per il bavero e tirarlo dentro nel proprio magma narrativo.

Perché Gipi, che ha diretto anche i film “L’ultimo terrestre” e “Il ragazzo più felice del mondo”, costruisce i suoi “Momenti straordinari” come un viaggio onirico eppure realissimo, all’apparenza caotico, ma in realtà assai efficace, sul passaggio dall’adolescenza alla maturità. Sovrappone storie all’apparenza slegate tra loro per comporre un affresco lucido, amaro e umanissimo che racconta tutta la forza, il coraggio, ma anche la paura e la vigliaccheria, necessari per affrontare la vita.

Per scatenare i suoi “Applausi finti”, Gipi richiama in servizio lo scrittore depresso Silvano Landi, già conosciuto nelle tavole di “Unastoria”. Qui però, tra le pagine dei “Momenti straordinari”, ha cambiato vita: è diventato un comico, gira per i locali facendo ridere la gente con i suoi copioni cinici e umanamente scorretti. Si è sposato, ha fatto perfino il test per sapere se può diventare padre. Però, il momento che sta vivendo è tra i più difficili. Sua madre è ricoverata all’ospedale, non le resta molto da vivere. Tocca a lui seguirla, starle vicino, provare a imboccarla, a mangiare almeno un po’ della pappetta che le propongono le infermiere. E deve tentare anche di dirle quello che non è mai riuscito. Che, al di là di tutto, delle inevitabili incomprensioni e divisioni tra genitori e figli, le trova ancora bella. Come quando era piccolo.

Ma la vita, si sa, non concede tregue gratuite. Così, Silvano Landi deve continuare a girare con il suo spettacolo comico. E siccome spesso finisce per dimenticare dove deve esibirsi e quando, appronta una gelida gag in cui racconta agli spettatori il momento drammatico che sta vivendo. E anche se l’avvicinarsi della morte, in teoria, non dovrebbe avere niente di buffo, lui riesce a trasformare ogni visita all’ospedale, ogni piccolo inconveniente che gli capita, come il confondere la stanza di un’altra paziente con quella di sua madre, in una nerissima, trascinante gag.

È sempre la vita ad avere la meglio sulla morte. Perché il soldato che sta per sbarcare sulla spiaggia di Omaha Beach, e vede la testa del suo amico accanto esplodere, centrata in pieno da un cecchino nazista, non può impedirsi di urlare la sua gioia. Dal momento che è toccato a un altro andare all’altro mondo e non a lui. Anche se, poi, finirà per pentirsi amaramente per quell’umana, incontrollabile esplosione di vitalità.

Ma a visitare i sogni del protagonista sono anche altri personaggi. Come il gruppi di cosmonauti in viaggio da molto tempo tra un pianeta e l’altro, che all’arrivo nell’ennesimo nuovo mondo capiscono di non essere più in grado di uscire da quel vicolo cieco. Come l’uomo venuto dalla preistoria che affida a un grido primordiale, e inconsolabile, la sua ribellione all’ordine costituito delle cose. O come il bambino luminoso, sorta di alter ego non ancora cresciuto di Silvano Landi, che finirà per chiedergli: “Quindi è così? Succede così? Si diventa così quando si cresce?”.

Disegnato con un tratto scarno, essenziale, eppure fortemente intriso delle emozioni e i turbamenti che Gipi regala ai suoi personaggi, “Momenti straordinari con applausi finti” concentra in 21 microstorie, legate tra loro da un gioco di rimandi, lo sguardo implacabile e tenero, lucido eppure incline a lasciarsi trasportare dalla voglia di fantasticare, su tutto quello che è un uomo. Dalle illusioni della sua infanzia fino alle delusioni della maturità. Gian Alfonso Pacinotti sa raccontare tutto questo con grande forza narrativa. Senza farsi mai tentare dalla voglia di trasformare la sua graphic novel in un sermoncino da filosofo dei giorni di festa.

Perché, alla fine, Gipi sa bene che l’impresa eccezionale è quella che porta l’uomo a ricordare se stesso bambino. E a esclamare sempre, finché gli resta fiato, “sono sopravvissuto”. Davanti alle prove, piccole e grandi, che la vita gli propone. Con implacabile puntualità.

<Alessandro Mezzena Lona<

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