• 26/06/2022

Orso Tosco, il potere alle parole in “London voodoo”

Orso Tosco, il potere alle parole in “London voodoo”

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Orso Tosco crede nelle parole. Non quelle vuote e convenzionali, ma le altre, che risplendono all’interno delle storie raccontate con passione, con convinzione. Non per riempire le pagine dei libri, ma per illuminarle. E in un. panorama letterario italiano dove spesso gli scrittori sembrano boccheggiare alla ricerca di un’ispirazione forte, di una traiettoria convinta, lui segue un percorso che si tenga alla larga dalla facile tentazione dell’aggrapparsi alle storie di famiglia, o alle proprie personalissime paranoie. Tira dritto per la sua strana, costruendo, libro dopo libro, una personalissima poetica. Un intruglio narrativo che, pur nella sua originalità, non dimentica la lezione di romanzieri come Cormack McCarthy e Chuck Palahniuk, di poeti come Mario Benedetti, ma anche di certa cultura weird, del cinema horror, della voglia di raccontare il mondo con uno sguardo distopico e disturbante.

I lettori che non si accontentano della solita pappetta letteraria, tanto cara a certi editori  senza fantasia e coraggio, hanno capito subito di che pasta è fatto Orso Tosco. Fin dal suo esordio narrativo, quattro anni fa. Nel 2018, infatti, una casa editrice sempre coraggiosa e innovativa come minimum fax ha pubblicato nella sua collana Nichel il debutto letterario dell’autore di Ospedaletti, classe 1982, che si era già segnalato come ottimo sceneggiatore e poeta: “Aspettando i Naufraghi”. Ma è con il secondo romanzo “London voodoo” (pagg. 205, uro 16), accompagnato dalla perturbante copertina disegnata da Patrizio Marini, che lo scrittore di “Dall’inferno. Due reportage letterari” e dei versi di “Figure amate” conferma di essere una delle voci più interessanti degli ani Venti del terzo millennio.

Basterebbe citare l’incipit di “London voodoo”. Là dove Orso Tosco scrive: “Gesù disse: ‘Ho gettato fuoco sul mondo, ed ecco, lo custodisco fino a che divampi’. E tu sei il Porco erdevi trovare Cindfy Brown, con i suoi ventiquattro anni, una cicatrice sullo zigomo e delle carte da poker tatuate sul collo, la predilezione per i deodoranti a base di frutta tropicale e un sorriso enorme”. Per trovarsi catapultati all’interno di un romanzo che riuscirà a sorprendere anche il lettore più smaliziato e diffidente. Primo perché quelle sono le parole del Cristo che hanno sempre messo in imbarazzo i teologi, i commentatori più abili a smorzare il loro apocalittico significato. E poi, perché da subito la storia ci sbatte sull’attenti davanti a uno dei personaggi chiave del romanzo.

Il Porco, infatti, è uno dei due agenti, a dir poco particolari, arruolati dalla nuova polizia speciale creata dal Primo Ministro del Regno Unito. La Sezione, così si chiama, è diretta da una donna: l’enigmatica Eva B. E può contare su un altro bizzarro figuro: Dennis Talbot.

Entrambi i due agenti della Sezione sono massicci fisicamente, dannatamente agili, del tutto insensibili al dolore. Provare a parlare con loro di etica, di morale, è soltanto tempo perso, anche perché praticano un metodo di indagine che ruota attorno alla tortura. Convinti che, così, si possono ottenere molte e veloci informazioni. In più, a legarli è la pratica di una feroce e arcana forma di magia: il voodoo urbano. Prevede la recita di segretissime linee d’odio. E un sistema di comunicazione che non contempla l’uso della parole: basta solo che il Porco e Dennis Talbot, per capirsi, comincino a martoriarsi le guance dall’interno della bocca. Con “tagli, ammanchi, afte dalle forme anomale, bruciature”.

L’allucinata Londra di Orso Tosco, in uno scenario dominato da continui sconvolgimenti sociali, dall’irrompere di un misterioso virus e della sua altrettanto preoccupante cura, viene attraversata da una serie di omicidi e attentati del tutto privi di logica. A metterli in atto, infatti, non sono i commandi si qualche formazione terroristica. E nemmeno i sicari prezzolati dai servizi segreti di altre nazioni. No, a compiere atti efferati sono persone apparentemente normali. Donne e uomini che, subito dopo aver compiuto il loro efferato gesto, vengono divorati dalla disperazione e dallo smarrimento. Chi, o che cosa, arma le loro mani?

Non ci sono mosse proibite, nelle indagini dei due uomini della Sezione. Nemmeno quella di utilizzare le visioni profetiche di un essere senza tempo. Una pizia legata al Porco da un rapporto di sudditanza-dominio incrociato. al Porco. Una sibilla chiamata Sessantanove che “ha trascorso secoli rinchiusa dentro templi. in penombra, abbigliata di vesti leggere, per poi ritrovarsi di colpo rinnegata, maledetta, e quindi sepolta viva: come un seme conservato all’interno di un ventre gelato e pacifico, ha dormito un sonno privo di sogni”. Una sacerdotessa del tutto blasfema, insomma, che sembra essere passata dai templi solari dei dei dell’Olimpo a quelli tenebrosi e putrefatti dei Grandi Antichi di Howard Phillips Lovecraft.

Aggiungere altro, della storia di “London voodoo”, vorrebbe dire togliere ai lettori il piacere di scoprire il magma ribollente di un libro che erutta invenzioni, che suppura idee, che sfonda i confini dell’immaginazione per costruire una storia capace di ridefinire i propri connotati a ogni capitolo. Mai, questo fiume di lava narrativa sfugge al controllo di Orso Tosco. Anzi, lo scrittore porta a conclusione il suo romanzo con un finale del tutto sorprendente e immaginifico. Regalando la speranza che il suo percorso di scrittura non cambi rotta, ma prosegua seguendo le traiettorie di uno stile e di una fantasia del tutto liberi e originali all’interno della letteratura italiana d’oggi. Così devota, in troppi casi, alla logica delle vendite di mercato e ai gusti delle giurie dei grandi premi, che ogni anno strillano alla carenza di di coraggio, di sperimentazione, di ricerca linguistica. E, poi, continuano ad acclamano libri del tutto prevedibili.

“London voodoo” contiene uno sguardo lucido e impietoso sulle derive possibili del nostro presente. Semina germi di inquietudine, sollecita sguardi laterali e del tutto liberi su quello che potrebbe accadere nel mondo futuro. Ma si tiene alla larga dalla retorica, dai facili moralismi. Da quell’impegno a buon mercato che finisce soltanto per zavorrare la letteratura.

<Alessandro Mezzena Lona

 

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