Sarebbe troppo facile aggrapparsi alla favoletta strappalacrime. Dove c’è una ragazza troppo giovane che rischia di perdersi dentro i paradisi artificiali, ma viene salvata dalla musica. Il fatto è che questa storia trasuda buonismo, sembra adatta a ipnotizzare al massimo qualche bimbetto che fa fatica a prendere sonno. E poi, una musicista come Tash Sultana merita di essere ascoltata per ben altri motivi. Non perché induce alla tenerezza, alla solidarietà umana.
Certo, la sua biografia assomiglia maledettamente a questa favoletta buonista. Perché Natasha Sultana, per gli amici Tash, ha iniziato a bazzicare con i funghetti allucinogeni un po’ troppo presto. Tanto da aver provato ogni tipo di droga, eroina esclusa, ben prima di arrivare alla maggiore età. Il problema è che, qualche tempo fa, uno dei suoi viaggi indotti da certe sostanze proibite non è finito dopo una manciata di ore. No, è andato avanti per mesi. Tanto da spingerla a non distinguere più la realtà dalle allucinazioni. E costringerla a ricorrere a una massiccia dose di psicoterapia per ritornare con i piedi per terra.
Davanti a sé, questa ragazza di Melbourne dal sorriso contagioso e una passione per la musica scoperta quando aveva tre anni, e si divertiva a strimpellare la chitarra, aveva soltanto due strade. Una portava verso il baratro di una vita alla deriva, l’altra la spingeva a mettere a frutto il suo talento di musicista. Lei, semplicemente, si è messa a studiare. Imparando in fretta a suonare una decina di strumenti, tra cui la batteria e la tromba.
E poi son arrivate le canzoni. Un pugno di brani che, all’inizio, ha fatto un po’ fatica a piazzare. Perché pochi, nel giro del rock, si fidavamo di lei. Ma che quando sono arrivati sulle piattaforme digitali sono riusciti subito a conquistare migliaia di fan. Se non milioni, visto che su Spotify i suoi video possono contare su un numero impressionante di visualizzazioni.
Adesso, poi, Tash Sultana debutta con un album tutto da ascoltare. Si intitola “Notion” : in quaranta minuti, e sei brani, mette in vetrina la grinta e la bravura della ragazza di Melbourne. Da “Synergy” alla ormai popolare”Jungle”, da “Gemini” alle due parti di “Big smoke”, registrate dal vivo, questi pezzi accarezzano ed elettrizzano chi ascolta. Con un sound ipnotico, una voce di velluto che sa graffiare, riff di chitarra messi al posto giusto. E una serie di testi che, una volta tanto, lasciano aperto lo spiraglio alla speranza. All’idea che ce la puoi fare. Anche se nessuno crede più in te. Anche se la moda dello sballo ha rischiato di portarti via il cervello.
Alessandro Mezzena Lona