• 17/09/2021

Davide Toffolo e il libero maestro di nome Remo

Davide Toffolo e il libero maestro di nome Remo

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Remo Remotti era un vecchio con un bambino dentro. Era uno spirito libero, un artista che non ha smesso di cercare se stesso negli altri, senza dimenticare mai i sogni dell’adolescenza. E Davide Toffolo, la prima volta che ha incontrato l’attore romano, scritturato da registi del calibro di Nanni Moretti, Francis Ford Coppola, i fratelli Taviani, ha capito subito che quell’uomo sarebbe stato un punto di riferimento per lui, che è un artista di libri disegnati e cantante mascherato della band tre Allegri Ragazzi Morti. Perché tutto quello che ha fatto il performer, poeta, pittore, scultore, agitatore culturale morto nel 2015, è stato dettato da una grande curiosità, da una smisurata voglia di libertà. E da un leggerezza che riusciva a strappare il sorriso anche quando i temi affrontati erano tutt’altro che banali.

“Quando Remo morirà, io voglio diventare lui”, ha pensato Davide Toffolo la prima volta che ha visto Remo Remotti dl vivo. Il poeta, performer, pittore, scultore, agitatore culturale era ospite di un festival di letteratura Pescara. Si era presentato al pubblico vestito con un montone scamosciato, una sciarpa di lana, gli occhiali e il cappello con il frontino. Dopo poco, quando aveva iniziato a leggere un suo testo dal titolo chilometrico e assurdo, era rimasto in canottiera.. Mentre, il pubblico, attorno a lui, “era in lacrime dal ridere”.

Come dimenticare un’epifania così intensa e travolgente? Davide Toffolo si è portato dentro quel ricordo per un po’ di tempo. Fino a quando, proprio durante i primi tre mesi di quarantena che l’Italia ha vissuto per fronteggiare la pandemia di Covid 19 (“trascorsi in solitudine a Trieste, città che amo molto”) ha deciso di scrivere e disegnare un nuovo libro dedicato proprio al grande artista con la barba bianca. All’attore che Nanni Moretti aveva scritturato per la parte di Freud nel film “Sogni d’oro”. Ma attenzione, non un libro qualunque. Non una biografia immaginata di Remo Remotti o una storia del tutto inventata.

No, Davide Toffolo ha voluto disegnare quelle che lui chiama le “filastrocche di Remo Remotti”. Una serie di testi folgoranti che vanno a formare la nuova opera del disegnatore e musicista pordenonese. Si intitola “L’ultimo vecchio sulla Terra”, la pubblica Rizzoli Lizard (euro 18) ed è stata presentata in anteprima a Pordenonelegge 2021. Accompagnata dall’annuncio che, al posto delle solite chiacchierate in pubblico tra autore e intervistatore, sta per diventare uno spettacolo molto libero e immaginifico. Che coinvolgerà altri artisti e scrittori ispirati proprio da una delle storie di Remotti: “Mamma Roma addio!”. Il primo a cimentarsi con questa sfida, scrivendo appositamente un testo, sarà Alessandro Baronciani.

Calandosi nel ruolo di allievo dello strampalato maestro, Davide Toffolo ha fatto propri non soltanto i testi di Remo Remotti. Ma è riuscito perfino ad adattare il suo stile a quello dell’artista romano. Finendo per pubblicare, in apertura e in chiusura de “L’ultimo vecchio sulla Terra”, due disegni originali dello stesso Remotti. Che stanno lì a dimostrare quanto forte sia stata la sintonia che si è creata tra due liberissimi creatori di storie e di percorsi immaginari.

Partendo da una labirintica, esilarante e geniale storia dal titolo “L’importanza del professionismo e non”, Davide Toffolo si fa medium per portare a rivivere sulla carta, con matite e pennelli, il mondo largo, pirotecnico di Remo Remotti. Passano, così, sotto gli occhi del lettore, le sue irresistibili poesie-tormentoni dedicati a una galleria di donne amate. E poi, un inquieto percorso di disintegrazione dell’io di un medico di Berlino ne “L’ultima mossa”. Storia che, raccontando il divenire di un maniacale annullamento di se stessi, ripercorre le tappe dell’arte contemporanea con straordinaria felicità.

Ragionando sulla deriva seguita dall’umanità, che sta annullando la capacità di guardare la realtà con occhio limpido, critico e anche divertito, Remo Remotti ci invita a riflettere sul fatto che “Noi non riusciamo più a vedere”. E poi, nei disegni di Davide Toffolo trascina i lettori in una folle cavalcata alla ricerca di tutto quello che può stare “Sotto”. Per concludere in bellezza con “Sogno”, “Che lavoro fai” e “Una coppia così”.

Ma è proprio sul finire de “L’ultimo vecchio sulla Terra” che il pensiero di Remo Remotti e Davide Toffolo diventa voce sola. Quando, riflettendo sul fatto se “la vita dell’uomo sulla Terra è più paragonabile un Inferno o al Paradiso”, arriva la risposta che ogni persona ragionante dovrebbe dare: “Dipende da noi” È questione di scelte”. Perché soltanto con “pensieri positivi e disciplina arriveremo all’amore”.

Di libri belli, Davide Toffolo ne ha pubblicato tanti. Basterebbe ricordare il suo “Pasolini”, il “Carnera”, ma anche quelli più vecchi o il recente “Come rubare un Magnus”. Però mai come questa volta è riuscito a dimostrare tutto il suo valore di artista, che sa calcare il palcoscenico del Festival di Sanremo e riportare in vita un personaggio profetico e scomodo come il poeta di “Ragazzi di vita”, ma anche trovare nella cultura, nell’arte, nel disegno e nella scrittura una via per fare i conti con se stessi e con il mondo. Pensando e sorridendo. Ribellandosi e divertendosi. Prendendo la vita a schiaffi, sapendo però che bisogna godersela in ogni suo istante.

<Alessandro Mezzena Lona

 

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