• 06/02/2020

Ilaria Bernardini, “Ritratto” di donne con un segreto

Ilaria Bernardini, “Ritratto” di donne con un segreto

Ilaria Bernardini, “Ritratto” di donne con un segreto 1024 564 alemezlo
L’intuizione narrativa è geniale. E si fa raccontare in poche parole. Una scrittrice famosa, che da più di venticinque anni ama in gran segreto il marito di un’altra, chiede di essere ritratta in un quadro proprio dalla moglie di lui. Quel dipinto servirà ad accompagnare il nuovo, atteso libro di racconti dell’acclamata Valeria Costas. Bella, bellissima idea. D’accordo, e poi? Come si fa a riempire 370 pagine partendo semplicemente da questo cortocircuito umano? Come si può tenere alta la tensione di un racconto così fragile, basato tutto sui sentimenti, sulle emozioni non confessate?

Si può, eccome. Ilaria Bernardini ci è riuscita. E ha scritto uno dei romanzi più forti, coinvolgenti e belli pubblicati in questo primissimo scorcio di 2020. “Il ritratto”, così si intitola il nuovo libro della scrittrice milanese, che ha esordito con “Non è niente” dedicato alla poeta Alda Merini, ed è stata segnalata al Premio Strega 2018 con “Faremo foresta”, esce per Mondadori (pagg. 369, euro 19). E viene pubblicato in contemporanea in Italia e in Inghilterra.

“Il ritratto” non si rifugia in una trama melensa, come capita troppo spesso a chi costruisce storie che ruotano attorno alla complessità dell’amore. E non si accontenta nemmeno di sbozzare i personaggi così, senza passione, come se fossero statuine di una recita scontata. No, tra le pagine del romanzo di Ilaria Bernardini ogni singola figura è fatta di carne e sangue, di ricordi e dolore, di emozioni forti e incertezze. Ama, odia, soffre, gioisce, sogna, si dispera, affronta la noia e la paura, scopre sensazioni nuove, fortissime e si lascia cullare dall’apatia.  Si aggrappa alla scaramanzia. Vibra come un diapason sulle frequenze della vita.

L’idea di farsi ritratte dalla moglie di Martín Aclà, la pittrice Isla Lawndale, artista affermata che sta attraversando, però, un momento di trasformazione nel suo percorso creativo, salta in mente a Valeria Costas quando viene a sapere che il suo amante è stato colto da un ictus. E lotta con la morte in un letto della sua scintillante casa di Londra. Provare a insinuarsi nella famiglia del ricco uomo d’affari: è l’unica strada che la scrittrice saprà percorrere per sentirsi vicina, almeno un’ultima volta, all’uomo più importante dei suoi cinquant’anni.

Dopo un primo tentennamento, Isla accetta di ritrarre la scrittrice famosa. La convoca a Londra. Apre per lei le porte di casa. E pur senza dare l’impressione di sapere niente del passato, della sua vita, del rapporto d’amore che la legava a Martín, piano piano la coinvolge nei riti complicati della famiglia. Racconta tutto di Antonia, la primogenita quindicenne. Rivela il suo sentirsi attratta dalle ragazze, la delusione per la prima dichiarazione d’amore fatta all’amica inseparabile, che l’ha respinta disgustata dal suo essere gay. Il dolore profondo che l’ha portata a farsi male, a procurarsi ferite sulle braccia, sulle gambe.

E poi, Isla racconta la difficile crescita dei gemelli, che fingono di provare droghe diverse per il loro pubblico di fan sui social network. E ammette pure di avere tradito il marito. Neanche lei è perfetta. Adesso, può condividere il suo segreto con Valeria. Ma dell’altro segreto, quello che ha portato fin lì la famosa scrittrice, che ne sa?

La Costas, dentro la casa del suo grande amore, che è attaccato a un respiratore in una stanza al primo piano della casa, e non riesce a risvegliarsi dal coma, rivive i momenti belli e quelli difficili della storia che l’ha legata a Martín Aclà. Ma, andando a ritroso nel tempo, ritrova anche le dolorose similitudini che hanno fatto delle loro vite una unica via da percorrere insieme. La morte per cancro dell’amata sorella Sybilla. Il rapporto impossibile con il padre fantasma, lo scrittore Julian Spander. Il complesso intreccio di affetto e lontananza con la madre. Così come per il suo ricco compagno, l’irrequietezza del fratello Rami, morto in una notte di festa. E la difficoltà ad ammettere quanto conflittuale fosse il rapporto tra loro, tanto da desiderare che se ne andasse al più presto.

Valeria è una donna dalle tante incertezze. Quando parla, conclude sempre le frasi con un tono interrogativo. Con un punto di domanda. Come se, per lei, non ci fosse mai una via definita da seguire. Perché è meglio lasciarsi aperte diverse possibilità di fuga. Quando scrive, ogni giorno almeno quattro ore, sempre di pomeriggio, finisce per reinventare tutto. A immaginare finali alternativi alle storie di cui è lei stessa protagonista. Insieme alle persone che abitano la sua vita. Perché la letteratura può diventare un oracolo da interrogare in continuazione. Una pizia, un I Ching pronti a emettere il proprio verdetto. Che, probabilmente, non servirà a nulla. Ma basterà per consolare.

Nella casa degli Aclà, ogni oggetto nasconde un segreto. Perfino dietro la maschera voodoo appesa nell’ingresso. In ogni stanza batte un cuore pieno di passioni e bugie. E Valeria non può fare a meno di tentare l’impossibile. Quando gli altri sembrano non accorgersi, si intrufola nella stanza di Martín per dargli l’ultimo abbraccio, l’ultimo bacio. Per dirgli che lei non si rassegna alla morte. E che lo vuole ancora per sé, anche se in coabitazione con Isla. Una donna di cui comincia a percepire la forza e la fragilità. Di cui ammira la bellezza ormai un po’ offuscata. Di cui condivide l’allegria e i dolori, le incertezze e l’orgoglio di avere compiuto un percorso familiare, artistico importante.

Dall’imprevedibilità, e dalla sempre più evidente complicità che si crea tra Valeria e Isla, Ilaria Bernardini trae un affresco contemporaneo, intenso e possibile di una coppia di donne tormentate e vere. Di personaggi che portano impresse sulla propria pelle le ferite e le rughe della vita. E “Il ritratto” diventa, pagina dopo pagina, un lento, inesorabile confrontarsi con la forza e l’ambiguità dell’amore. Con il fascino e il tormento del percorrere le strade della realtà. Perché solo vivendo si saprà riconoscere l’altro nella propria inevitabile umanità. Pur rimanendo sulle sponde opposte dello stesso fiume.

<Alessandro Mezzena Lona<

[contact-form-7 404 "Not Found"]